mercoledì 7 gennaio 2015

NUCLEARE

UCLEARE

C’era un tempo che i sardisti , per alcuni estemporanei  e indipendentisti per caso, erano dei sognatori che andavano a caccia di farfalle intorno ai nuraghi,  certo meglio tardi che mai,  visto l’immane sonno che pare avvolge qualche detentore di simboli, ben vengano le proteste , anzi la ribellione contro le demenziali decisioni di chi pensa che la colpa dei sardi, sia di vivere in una terra antisismica.   Qualche pseudo intellettuale , abbia il buon senso di non arrogarsi nessuna primogenitura, ho abbastanza documenti

UN RACCONTO-UNA ROSA


A TE SALVATORE
Il pensiero vola a quando bambina,  seduta con a fianco mia madre, stringevo mio fratellino tra le braccia e lo coprivo di baci. Avevo un bimbo d’amare , ero felice, mio padre lo chiamava “SU BRABARISCINU” per via dei suoi capelli rossi. Fu un dono del cielo,  la mia  immensa gioia durò solo due mesi, poi,  “SU BRABARASCINU” con  un volo  e ornato di rose andò ad abitare tra gli angeli! Da quel giorno ebbe inizio un  mio sogno abbastanza ricorrente  . La notte qualunque sia il tempo,  lo vado a trovare , dopo averlo abbracciato,  lo tengo per mano e volando come due farfalle iniziamo a gioccare. Senza paura e senza scompormi, dopo lo riporto a quella piccola tomba , sulla croce di legno,  dopo il tuo nome c’è scritto – Papà , mamma e Annamaria. In prima elementare  la prima cosa sensata che scrissi,  riguarda l’ultimo istante della sua vita terrena. – A TE SALVATORE – Ti cercavo, ti ho trovato – or riposi nel silenzio – nel riposo immortalato – ormai finisce il tuo profumo nell’incanto– di un altro giorno ancora- Anna